
Le terre di mezzo sono quelle zone geografiche poste tra due confini di uno stato, che non appartengono a nessuno. Né di qua né di là. Zone a prima vista inutili, senza appartenenza né popolo, fuori dalle regole degli stati limitrofi. Non vi abita nessuna delle lingue parlate dagli uni o dagli altri. Vi abitano il silenzio la selvatichezza e le parole non ancora nate. Terre dell'incerto, terre del non, che sfumano il dentro e il fuori, che consentono il passaggio. Terra dello spazio vuoto e senza nome, poiché il nome non è ancor sorto. Spazio dell'attesa che segnala il varco a venire.
E' una domanda vecchia come Carlo Codega - per dirla alla camuna - ma torna come un must nei discorsi popolari. Vedi il bicchiere medio pieno o mezzo vuoto? Come acque del Giordano che si separano e vedono schierati Pessimisti versus Ottimisti Da che dipende? Prendete voi stessi un bicchiere d'acqua e alzatelo. E chi lo sa! E soprattutto: chissene importa?
Ha cultura chi ha coscienza di lei e del tutto, chi sente la relazione con gli altri esseri». Lo ha scritto Antonio Gramsci nei suoi Quaderni dal carcere. Invece è una soddisfazione primaria: impiegherà poco tempo a tornare indispensabile alla nostra felicità. E segnatamente in un ristorante italiano?